mercoledì 26 dicembre 2018

Napoli, dal cielo piovono pezzi di palma

NAPOLI — Il lavorìo del «punteruolo rosso» è incessante: le palme di viale Augusto, nel quartiere di Fuorigrotta, vengono progressivamente decapitate dal micidiale parassita. Adesso, anche grazie alla pioggia battente, la testa degli alberi si è completamente sgretolata e dal cielo piovono pezzi di legno grossi come noci di cocco. Ognuno di essi trascina con sé, nella caduta vertiginosa, le lunghe foglie degli alberi infestati. Sembrano stelle comete. «Chi troverà la cura, riceverà probabilmente il Nobel», scherza l'assessore comunale all'Ambiente Gennaro Nasti, che sottolinea come al momento non esista alcun rimedio dall'efficacia comprovata.
L'infestazione è estesa a tutta la città, a tutta la regione, a tutto il Mediterraneo. Nobel a parte, se non si troverà rapidamente una cura, le palme saranno progressivamente abbattute e sostituite da specie autoctone. «Siamo fiduciosi — dice Nasti — Domani potrebbero trovare l'antidoto e risolvere il problema. Stiamo già sperimentando una cura sulle palme della Villa Comunale». L'«antidoto» di Nasti, per la cronaca, si chiama aza viractina: il Comune lo sta sperimentando su due soli esemplari nel parco pubblico, ma ciò è perfino irrilevante poiché secondo gli studiosi di Agraria «nella aza viractina il punteruolo rosso ci fa il bagno per rinfrescarsi ».
Giustiniano Matteucig, dottore di ricerca in Entomologia e attivo protagonista del progetto ministeriale Dipropalm, assicura: «L'unico metodo per eliminare le larve di Rhynchophorus ferrugineus è quello di usare gli esteri fosforici tramite dendroiniezione». Ed è ciò che la facoltà di Agraria sta facendo, nell'ambito del progetto ministeriale Dipropalm, in una serra dell'università napoletana. «Il Comune non ci ha chiesto alcun consiglio — dice Matteucig — ma è andato a pescare una cura inutile spendendo molti soldi inutilmente». Gli esteri fosforici, per contro, sono tossici, ed è questo il motivo per cui ne è attualmente proibito l'utilizzo in ambienti urbani. Il progetto Dipropalm interviene proprio in questo senso. «Col metodo delle dendroiniezioni — spiega lo studioso — la molecola viene iniettata nella pianta per diventare sistemica, senza espersione sulle foglie e senza rischi per la cittadinanza. E' già stata sperimentata da un professore italiano, il quale è riuscito a distruggere tutte le larve di punteruolo rosso in un mese di tempo». Per utilizzare gli esteri fosforici — ed evitare che le palme «perdano la testa» sui marciapiedi napoletani — bisogna chiedere un permesso ministeriale. Attualmente non vi è alcuna richiesta in questo senso. Il punteruolo rosso può star tranquillo.
Stefano Piedimonte
https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2009/29-gennaio-2009/napoli-cielo-piovono-pezzi-palma--150946508815.shtml

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